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TENNIS



IL TENNIS : UNO SPORT "D'ELITE"


MA QUANTO COSA, ORA, GIOCARE A TENNIS?




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Il grande tennista Andre Agassi, avrebbe preferito fare qualunque altra cosa, invece il padre lo costrinse a diventare un campione. Per riuscire nell’impresa papà Mike non esitò a costringerlo a duri e lunghissimi allenamenti, a sottoporlo a infinite giornate nelle quali l’unica alleata (ma per Agassi anche la prima nemica) era la racchetta. Il famoso marchingegno sparapalle costruito personalmente dal padre di Agassi per bersagliare il figlio con migliaia di palline al giorno era l’emblema della situazione: difenditi André, dalle palline e da quella vita che non vuoi fare! Ma non c’era scampo. E un giorno arrivò anche un campo dietro casa, altro investimento di Mike. Così Agassi iniziò a conquistare il mondo.
“Ma per uno che ci arriva quanti sono i fallimenti”, scriveva Marco Masini in una famosa canzone parlando delle carriere dei cantanti. Ebbene, nel tennis è lo stesso, forse anche peggio. Perché di migliaia di ragazzini sparsi ad allenarsi sui campi di tutto il mondo solo poche decine arrivano ai vertici delle classifiche. Per loro si apre l’eldorado di una vita di fama, successi, soldi… ma a tutti gli altri resta solo un percorso giunto a metà o poco più.
DA UN ARTICOLO SU GQ SPORTS
di Massimiliano Vitelli
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I primi colpi
L’inizio della strada è di quelli classici. Tra amici, con una racchetta di seconda mano acquistata a buon prezzo online oppure in un negozio di articoli sportivi a basso costo. Un paio di scarpe da ginnastica e un set di palline fanno il resto. D'altronde chi di noi non ha giocato a tennis per strada almeno una volta improvvisando la rete con un nastro? Poi però si inizia a crescere e, se la passione resta, si passa a noleggiare i campi. Fin qui tutto bene, con pochi euro l’ora (e la spesa va anche divisa per due – o per quattro nel caso si gioca il doppio) passa la paura.  Ma tirare solo la pallina al di là della rete non è il massimo della vita e quindi il passo di arrivare a prendere delle lezioni è breve.
A scuola
Si può decidere di farlo in gruppo, affrontando una spesa abbordabile, oppure privatamente. Questa seconda opzione costa ovviamente molto di più, perché un bravo maestro che si dedica solo a te ti farà sicuramente migliorare più in fretta, ma alleggerirà di almeno una trentina di euro l’ora il tuo portafoglio.   Facciamo una prima pausa e vediamo cosa ha dichiarato in merito alle spese sostenute dai tennisti l’ITF, la federazione internazionale del tennis. “Circa il 96% dei tennisti che hanno disputato almeno un torneo internazionale – si legge in un comunicato emesso al termine di una recente indagine – è in passivo”. La brutte notizie non sono finite. “Il break-even (il pareggio di bilancio tra uscite ed entrate, ndr) si raggiunge quando si arriva intorno alla 350esima posizione del ranking mondiale. Attenzione, a questo punto ancora non si guadagna, si riesce però almeno a non rimetterci!
Ma quanto costa davvero intraprendere la carriera di tennista?
Ha provato a rispondere a questa domanda la federazione di tennis britannica stimando che per il periodo che va tra i 5 e i 18 anni, un ragazzino che gioca a tennis costa ai genitori circa 300mila euro. In Italia, la cifra è più bassa, ma si attesta comunque intorno ai 200mila euro. Nel dettaglio, una buona accademia di tennis costa circa 5000 euro a stagione, poi ci sono le racchette (e se poi le distruggi come Fognini…), le incordature, l’abbigliamento e soprattutto i viaggi. Partecipare ai tornei è d’obbligo se si vuole cercare di emergere e di farsi conoscere. Quindi si parte spesso, in patria e all’estero. Aerei e hotel diventano una costosa ed irrinunciabile abitudine. A questo punto, per comprendere appieno le difficoltà economiche di un tennista che ambisca a diventare un top-player, ci viene in soccorso la USTA, la federazione tennistica statunitense. “Un tennista professionista deve sostenere spese per circa 140mila euro l’anno e solo i primi 164 del mondo guadagnano abbastanza da non rimetterci”. Giocare da professionista comporta anche avere uno staff. I big non hanno problemi, ma un qualunque professionista non se la cava con meno di 30mila euro l’anno. Quindi la soluzione è una soltanto, arrivare in fretta ad essere una star come Sinner.
Per vivere di tennis, bisogna infatti almeno arrivare a scendere in campo nei Grandi Slam. La sola partecipazione a Wimbledon o allo US Open frutta 90mila euro. C’è un modo di dire che si sente spesso sui campi:
“Per diventare forte devi fare un mutuo su te stesso”
. E a quanto pare non è un’iperbole dialettica, ma un dato di fatto.
MA TORNIAMO A NOI...
QUANTO COSTA GIOCARE A TENNIS AL TC SANVITO?
quote e abbonamenti
Il nostro Circolo è regolarmente affiliato alla FEDERAZIONE ITALIANA TENNIS E E PADEL.
Per ottemperare agli obblighi federali,  possono scendere sui campi di gioco che risultano affiliati FITP soltanto i giocatori in possesso della tessera rilasciata dalla Federazione, agonistica o non agonistica.
Nel caso di verifiche con esito negativo sono previste sanzioni a carico dell’Associazione oltre a provvedimenti disciplinari a carico del presidente che non ha effettuato i necessari controlli.

Allora ecco cosa fare:

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3. Se non sei tesserato in altri circoli, paga la quota di tesseramento (20,00 Euro tesseramento non agonistico, e da 30,00 Euro agonistico - Valido dal 01 Gen al 31 Dic)

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Non ti resta che scendere in campo.
LA QUOTA CAMPO ORARIA A GIOCATORE a questo punto è di 12,00 Euro in inverno (15 ott / 15 apr) e 6,00 Euro in estate (16 apr / 14 ott) per gli Over 18, la metà per gli Under. Per una parita di doppio da 60 minuti, la quota oraria è la metà per ogni giocatore.
LA QUOTA ILLUMINAZIONE ORARIA è di 5 Euro / ora.

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